di Marcello Buttazzo –

Veronica Gentili su “Il Fatto Quotidiano” (lunedì 15 gennaio) si chiede: “Lega: Zaia “illuminato” e Vannacci nostalgico, come possono coesistere?”.  La Regione Veneto del governatore Luca Zaia potrebbe fare da apripista in Italia alla procedura del suicidio assistito, in attesa ovviamente d’una indispensabile normativa nazionale (che, comunque, con questa maggioranza di centrodestra non arriverà mai). Solitamente la lotta per i diritti civili, per i nuovi diritti, per la qualità della vita, è una prerogativa ad appannaggio delle sinistre. Che sia un esponente leghista ad affrontare con decisione e raziocinio la tematica eticamente sensibile del “fine vita” potrebbe apparire come un fatto rivoluzionario. Qualcosa che darebbe alla Lega un vestimento di modernità e di spirito liberale. Epperò, forse, il vero volto del Carroccio non è quello di Zaia (che è giunto a fine mandato), che un po’ è un’eccezione della natura pervicacemente celodurista. Il volto più autentico della Lega, verosimilmente, è quello del generale – fine ed eccelso scrittore Roberto Vannacci, che in un’intervista ha avuto il coraggio e l’impudenza di asserire: “Mussolini? Lo statista che governò dal 1922 al 1943”.

Marcello Buttazzo