La nuova era USA
di Marcello Buttazzo –
A Washington, il presidente Donald Trump, giurando sulla Bibbia, s’è insediato, preconizzando una avanzante età dell’oro. “Oggi inizia una nuova era, oggi finisce il declino dell’America. È il giorno della liberazione”, ha declamato il tycoon. Ha programmi ambiziosi, Trump. Ha sostenuto che l’economia americana si fonderà, ancor di più, sul petrolio. Le trivellazioni saranno più invasive, selvagge. Lui (unico al mondo) è convinto che i combustibili fossili siano eterni, che non siano a termine. E dimentica (anzi, fa finta di dimenticare) che già oggi l’America è il primo produttore mondiale di petrolio e il primo esportatore di gas naturale. Del resto, in questi anni, il negazionista delle alterazioni climatiche Donald Trump ha dato prova ripetutamente della sua fine “cultura” ambientale. Lui non si cura delle perturbazioni chimico-fisiche dell’atmosfera, ritiene che gli sconvolgimenti climatici siano mere invenzioni di ambientalisti e scienziati “catastrofisti”. Dei summit e dei protocolli sul clima non sa che farsene. Ha promesso, il neopresidente, sicurezza e pace per tutti gli americani, che saranno liberati dai migranti indesiderati. Contro l’”invasione illegale” partirà la più grande deportazione di esseri umani. Non si sa ancora verso quali destinazioni. Nei primi cento decreti presidenziali, si insiste su varie questioni. Lo “stato d’emergenza” contro gli immigrati è uno scalpitante cavallo di battaglia di Trump, che vorrebbe abrogare perfino le richieste di diritto d’asilo. In nome della “tutela” ad oltranza dei diritti civili e della “pedissequa” difesa della Carta dei diritti umani. Il sovranista Trump si riprenderà Panama con la forza e cambierà il nome al Golfo del Messico, che diventerà Golfo d’America. E, nella terra di “Dio, patria e famiglia”, saranno riconosciuti per legge solo due generi: maschio e femmina. A “difesa”, ovviamente, delle alterità e delle diversità. Per la gioia incontenibile del plutocrate visionario Elon Musk, suo braccio destro, il presidente ha promesso che l’America dei miracoli e dei tecno-oligarchi pianterà presto la bandiera su Marte. Certo, le astronavi Starship di Musk ancora esplodono in volo e s’incendiano, ma la tecnologia, si sa, fa ogni giorno passi da gigante. Ci poniamo solo un quesito: ma quella prospettata da Trump è davvero una straordinaria era dell’oro, o più verosimilmente un presente e un futuro terribili?
Marcello Buttazzo
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