L’oro nero di Trump
di Marcello Buttazzo –
Il presidente americano Donald Trump, osannato e omaggiato dai conservatori, dalle destre e dalle estreme destre mondiali, ha dato l’avvio alla “nuova età dell’oro”, l’oro nero. Intervenendo in collegamento all’incontro annuale del World Economic Forum a Davos, in Svizzera, Trump ha preannunciato la linea e i dettami che dovrà seguire il mondo per adeguarsi alle sue manie, alle sue paturnie. “È ridicolo il Green New Deal, va abolito. L’industria green è un imbroglio”, ha scandito il tycoon. Ha una grande “coscienza” ecologica lo stramilionario sfondato presidente Usa. A lui poco importa che l’era fossile ormai sia a termine, che gli scompensi chimico- fisici dell’atmosfera siano un dato di fatto scientificamente provato. Al negazionista delle alterazioni climatiche Trump interessa solo il business: “Gli Stati Uniti possiedono la maggior quantità di petrolio e gas di qualsiasi Paese sulla Terra e lo utilizzeremo”. Il neopresidente preme anche per l’impiego del carbone, il più inquinante dei combustibili fossili. Il mondo civilizzato non dovrà minimamente cedere ai diktat di Donald, che vuole inondare di greggio e di altri deleteri combustibili fossili il pianeta Terra. La transizione ecologica verso l’energia pulita dovrà continuare incessantemente, a varie latitudini. Del resto, nel 2024, il solare e l’idroelettrico hanno determinato il 47% della produzione di energia elettrica dell’Unione europea. I politici assennati dovranno saper investire, ad esempio, sull’idrogeno, “carburante perpetuo”, inesauribile e del tutto esente da emissioni inquinanti. Le catastrofiche condizioni ecologiche del nostro pianeta esigono svolte coraggiose e epocali. La gestione dell’economia ambientale è una faccenda molto seria. Non può essere lasciata nelle mani di un potente sprovveduto come Donald Trump.
Marcello Buttazzo
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