di Luigi Lezzi –

Il CD “BAND AID 2020” è uscito nei primi mesi di quest’anno. Proviamo a indagarne la filogenesi ripercorrendo a grandi tappe l’evoluzione dell’autore del progetto editoriale Mino Toriano, compositore, ingegnere del suono ed esecutore dei brani (alla chitarra) insieme a Felice De Donno (basso), Roberto Gagliardi (fiati), Francesco Nemola (tromba) e Toni Robertini (fiati).

Toni ci manca ormai da decenni, per cui ascoltarlo suonare in nuove composizioni accanto ad altri musicisti non sarebbe stato possibile se non con un competente uso della tecnologia più recente. Vedere inseriti in nuove composizioni i suoi assoli registrati trent’anni fa su arcaiche musicassette, ascoltarli perfettamente adattati al timing dei brani e magari corretti nell’intonazione, fa del disco un prodotto iperattuale che si inserisce di diritto nel contesto culturale dell’Antropocene1.

L’ascolto di questo CD può anche trascendere il puro apprezzamento estetico ed essere letto come una riflessione ontologica sulla musica, sui problemi e processi inerenti la sua produzione e diffusione, sull’ascolto collettivo in concerto vs. l’ascolto individuale da un impianto… Tutti fenomeni che cambiano col passare del tempo e che Mino Toriano ha sempre affrontato con l’orecchio costantemente puntato agli ambienti sociali più agitati. Lo fa fin dal Pleistocene, avvertendo l’inadeguatezza del linguaggio adottato dalla maggior parte dei suoi simili, che comunicava ancora in Mogolese con intonazione Battistiana.

Ma procediamo con ordine e partiamo dalle origini. Come per tutto ciò che riguarda le fasi più antiche del Paleolitico poco o nulla si sa dell’Homo Taurianus (nel seguito HT) se non che proviene da Bari. Probabilmente a quell’area egli deve il patrimonio genetico zappiano che caratterizza il repertorio2 dell’Homo Caparezzus, che vive e opera nello stesso contesto territoriale.

Gli Australantropi, si sa, sono nomadi per cui a un certo punto noi ritroviamo l’HT a Lecce, dove si trattiene fino all’ultima fase del Neolitico. Qui si associa ad altri suoi conspecifici e condivide le sue esperienze anche col Neanderthal. Per meglio intenderne l’evoluzione va però sottolineato il suo incontro con l’Homo Robertini (nel seguito HR) proveniente dalla facies potentino-appenninica dell’Homo Flavens. Li unisce l’identità di obiettivi e la curiosità antropologica.

Oggi si è d’accordo sul fatto che quella fu una fase di grande fermento per tutta l’umanità. L’HT sa che l’umanità, per evolversi, ha bisogno di far maturare il proprio linguaggio per cui egli si studia di farne un mezzo adatto a nuovi riti e a liturgie nuove. Con l’HR (portatore sano ma molto contagioso del Virus Socialis ‘70) si avvia allora alla ricerca della Mela d’Oro e, in vista di tale obiettivo, ottiene la collaborazione di altri individui dotati di fervente curiosità. Costoro finiranno per legarsi col sangue alla ricerca del Linguaggio d’Oro. A tale scopo il gruppo non esiterà neanche a incrociarsi con alcuni nuclei di Neanderthaliani che tentavano identità di intenti. Infantilmente si divertirono a darsi forza reciprocamente3.

Il linguaggio esperito, sviluppandosi, incoraggia l’insorgere della socialità e così la specie tende ad aggrupparsi: le testimonianze parlano di Gruppi Musicali, Teatri di Gruppo, Associazioni, Factories e Comunità di ogni tipo. Artistiche, mistiche, politiche, economiche… Gran parte di queste congreghe si riconoscono nella Musica della Mela d’Oro e la adottano nelle loro celebrazioni.

L’HT si muove con disinvoltura nel comporre inni e arie. Utilizza la grammatica e la sintassi musicali del luogo senza perdere di vista quelle elaborate da altri popoli del Sud. Ne vien fuori una musica adatta ad accompagnare le feste e a sostenere i buoni principi. Insomma per lui è un momento felice perché gli consente di evolversi e di divertirsi.

Con gli strumenti di cui poteva disporre nell’Età della Pietra4 realizza un LP (Lithic Player?) che inneggia ironicamente al divieto di aggregarsi ad altri viaggiatori (No Autostop). La Banda si dà il nome di Band Aid e si serve di un linguaggio astratto, analogo a quello testimoniato in altre incisioni5 del Châtelperroniano. L’astrattismo e la poesia furono i tratti di quel linguaggio che, con tali caratteristiche si prestò bene all’opera di mitopoiesi che l’umanità tessé nell’arco di 20.000 anni. Ma proprio per questa sua lunga e vasta diffusione esso fu soggetto all’uso e all’abuso da parte di tutti. Anche dell’Homo Sapiens Sapiens che si volse fin da subito ad asservirlo a suo favore.

Questo fu il ramo del degenere umano che nelle ultime fasi del Mesolitico screditò il Gruppismo Ludico e spianò la strada a un suo surrogato. Si tratta del Collaborazionismo Episodico che si svolge in questi termini: – Si, ci sto. Quanto c’è di soldi? Lasciami guardare l’agenda; alle prove posso venire dalle 16,30 alle 17,45 se non sorgono imprevisti. Gli obiettivi di questa musica non mi interessano. Io suono e basta!

Niente più Gruppo, fatto di individui legati anche oltre la collaborazione musicale, che si confidano reciprocamente e che sperano insieme di migliorare se stessi e il mondo. Il manierismo e la musica populistica che derivano da questa situazione erodono e svuotano il linguaggio elaborato dal Nostro fino a dare vita alle STEREOtipate opere delle Grotte di Altamira, dei Trois Frères, dei Bee Gees o di Gloria Gaynor. L’archeologia denomina questo periodo “Cultura di Diana Ross”. Si afferma sempre di più la tendenza dell’Homo Sapiens ad evolversi in Homo Homini Lupus dai caratteri decisamente aggressivi grazie ai suoi gomiti a sciabola. Gli riesce facile manipolare anche i Geni e ad indurli all’allevamento in batteria elettronica e all’agricoltura intensiva tramite l’eliminazione dell’erba6.

L’ambiente si fa asfittico e così il Nostro sente la necessità di farsi A Tour in Italy. Per combattere l’esproprio culturale operato dal Sapiens si dà al banditismo e insieme alla Banda di Aiuto punta a rapinare discoteche e palchi occasionali. Si sposta quindi a Bologna e surfa sul Reno cavalcando più volte (Band Aid due) un’onda No Wave di qualche dimensione. Prende maggiore dimestichezza con le armi sequencerizzate e fabbrica proiettili Wave ed Mp3. Con questi in canna, affiancato dall’HR, tenta attentati Hybrid condotti a colpi di armi analogiche e digitali.

Quando avverte la stanchezza del sentirsi MONITORato da una PCU si fa un Tour in Cuba interamente analogico in compagnia di alcuni esemplari di Homo Capitoni, animalunae di razza mista, perciò promettenti, ma si rende conto che siamo ormai in pieno Antropocene e che quindi può finalmente disporre di ciò che gli serve per realizzare il suo progetto di una musica gruppologrammica. Con lo scopo ultimo di minare la sicumera dell’Homo Troppo-Sapiens si dà da fare con files da spedire e da ricevere via mail con collaboratori disseminati nello Spazio-tempo. Prende questi files, li seziona e li tratta chirurgicamente con gli ultimi strumenti della laparoscopia musicale e fa il miracolo di ridare vita (seppure virtualmente) alla categoria filosofica del Gruppismo di cui sa che l’umanità si sente e si sentirà orfana. Gli costa fatica ma sfida con coraggio il Tempo e lo Scetticismo degli scettici fino a giungere alla pubblicazione di Band Aid 2020. Così bisogna fare; così dovrebbero fare tutti: volere, volere fino al fare.

Anche a questo può far pensare l’ascolto di una musica.

Luigi Lezzi

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1. Con tale termine si denomina quest’ultima fase dell’Olocene, l’attuale era geologica. Il soggetto antropico, messo in evidenza, vuole indicare la pesante forzatura operata dall’uomo sull’ambiente in cui è inserito e perfino sulle leggi della natura.

2. L’insieme dei reperti in nostro possesso

3. La gran parte dei Neanderthal notoriamente scompare all’età di 27 anni di lì a poco per mano del Sapiens, ma è sicuro che alcuni di essi circolano ancora fra di noi e operano per arginare le avventatezze a cui si espone la specie del Sapiens.

4. Un registratore a nastro REVOX, che finirà ben presto per essere REVOCato al sopraggiungere dell’Era dei Metalli provenienti dalla Silicon Valley.

5. Si tratta di lastre di arenaria, frammenti di osso o di denti intenzionalmente incisi con scopi relazionali.

6. Alcuni attribuiscono a ciò la progressiva estinzione del Neanderthal.