di Marcello Buttazzo –

A Madrid, alla grande kermesse dei “patrioti europei”, Matteo Salvini s’è incontrato con politici di riguardo che vogliono fare grande l’Europa (lo spagnolo Abascal, l’ungherese Orban, l’olandese Wilders, la francese Marine Le Pen). Il vicepremier italiano e leader della Lega, il più “trumpiano” del “globo terracqueo”, sa che il tycoon americano ha la ricetta giusta per salvare l’umanità: uscire dall’Organizzazione mondiale della sanità, sanzionare la Corte penale internazionale, fare di Gaza una florida riviera, deportare i migranti. I “patrioti”, il cui slogan è “Make Europe Great Again”, comprendono bene che l’Europa può finalmente splendere di luce propria. E Salvini lo sa meglio di tutti. Matteo, oltre ad aver irriso le navi Ong che salvano migranti dalla morte in mare, oltre ad aver ripetuto stancamente le trite giaculatorie contro il burka e il gender, s’è soffermato sul mirabile disegno che anima questi bravi politici: mandare allo scatafascio la cultura dell’integrazione. Inoltre, il Salvini “ambientalista” s’è scagliato contro l’”invenzione” della transizione ecologica verso le energie pulite e rinnovabili. Per tutelare gli ecosistemi e la Terra agonizzante dal riscaldamento globale e dagli scompensi climatici, occorre votarsi alle trivellazioni selvagge e inondare di petrolio tutto il pianeta (come predica il milionario sfondato Trump). Spira forte il vento sovranista. Il leader del Carroccio è convinto: “Un nuovo mondo è possibile”. Sì, un mondo che tira diritto verso gli abissi più neri, verso la catastrofe finale.

Marcello Buttazzo