di Marcello Buttazzo –

Dall’America, il presidente Trump, da poco insediatosi, minaccia contro il mondo intero la guerra economica dei dazi. Nel Paese a stelle e strisce s’è costituito un pericoloso e pernicioso asse di potere fra il repubblicano Trump e il visionario Elon Musk, l’uomo più ricco del mondo. Il signore dei satelliti, che occupa un ruolo di primo piano nell’amministrazione dello Stato americano, con un evidentissimo conflitto di interessi, non si accontenta di guidare il suo supeministero, ma con virulenza intende intromettersi anche negli affari della politica dell’Europa. In questi ultimi mesi, lo stramilionario sfondato Musk ha espresso giudizi indecorosi nei confronti del premier inglese, è entrato a gamba tesa nelle questioni giuridiche e politiche italiane. Inoltre, sta sponsorizzando alacremente, in Germania, il partito di estrema destra Afd, che sta allargando prepotentemente il suo bacino di elettori. L’uomo dei satelliti e dei viaggi su Marte non è un personaggio qualsiasi, ma è un potentissimo plutocrate, che può condizionare la politica internazionale, incidere sensibilmente, può inficiare il corretto incedere e sviluppo delle società democratiche. Le sue idee suprematiste, xenofobe e vagamente razzistiche, non possono essere sottovalutate. Soprattutto l’orgia di potere economico e politico d’un uomo che può gestire a suo piacimento alcuni social è un truce avvertimento per i Paesi democratici e liberali. La sua cultura sovranista ed escludente, le sue concezioni antropologiche elitarie, i suoi comportamenti di convenienza sono un lugubre presagio. Non possiamo lasciare le sorti e i destini dei Paesi liberi alla mercé e ai desideri d’un potentissimo, che ha a cuore solo i suoi infiniti interessi economici. Non dimentichiamo, inoltre, il malcelato opportunismo di Musk, che in passato aveva appoggiato e sostenuto, in America, i democratici. Ora il plutocrate Elon Musk, in cerca di proselitismi, ha sollecitato con un appello su X i popoli europei, al fine di aderire al movimento Mega (Make Europe great again). In Italia, gli esponenti di Fratelli d’Italia al momento si mostrano scettici. Recisamente contrari, invece, Forza Italia e il vicepremier Antonio Tajani, che ha dichiarato: “L’Europa sovranista di Musk non è la mia Europa. Io credo nell’Europa federale”. Chi, invece, ha aderito entusiasticamente all’invito del fondatore di Tesla e consigliere di Trump per edificare finalmente, anche nel vecchio continente, il partito di “the Donald” è Matteo Salvini. Il segretario della Lega è notoriamente il più patriota di tutti e sui social ha scritto, senza enfasi alcuna: “È tempo di fare di nuovo grande l’Europa”. Sì, certo, con l’apporto dei paladini super patrioti dell’estrema destra Viktor Orban, Marine Le Pen, Geert Wilders, Herbert Kickl, Santiago Abascal, Andrej Babis sarebbe davvero una “meravigliosa” e “grandissima” Europa.

Marcello Buttazzo