di Roberto Dall’Olio

Marcello Buttazzo
Ti seguii per le rotte
I Quaderni del Bardo – Poesia
Marzo, 2024

Il libro si è salvato dalle rotte della pioggia battente nella mia casella postale diventando ondulato. Così simile a quelle ali del mare che condannano o salvano i disperati del Mediterraneo. Sì, il Mediterraneo è il mondo di Marcello Buttazzo, della sua terra salentina così ricca di poesia e di poeti. Lo conosciamo il suo timbro legato come pochi al fascino delle muse, della Musa. La sua voce prende il volo come la nottola di Minerva “sul far del crepuscolo” (Hegel), ma non è sapiente, non è gravida di verità, è una voce alla siddharta che cerca, si trasforma, abbraccia le parole, come una cicogna le porta alla Musa, a noi lettori e lettrici, le porta ai “dannati della Terra”, ai piccioni viaggiatori, alle spiagge infinite e bianche. Le consegna traboccanti d’amore come un cavaliere provenzale, sughero di gioia, di canto, di melanconia. L’eros così denso, così alato, non si lascia colmare, una coppa inesauribile, come testamento del vero essere si toglie dalle scarpe i sassolini dell’odio contro cui combatte arduamente. L’odio, la melmosa indifferenza, la futilità del male, reso futile per togliere la sua gravità. A volte questo poeta errabondo richiama in chiave moderna e del qui e ora lo spumeggiante canto di Hoelderlin, poiché non saprei trovare nella nostra lingua una voce così potente ebbra d’amore. Potrei trovare nel cantare andaluso, in certe forme del cantare greco contemporaneo anche per vicinanza geoculturale e per sapido meridionalismo, di cui in questo Paese incompiuto abbiamo fortemente bisogno. Un poeta che esce dagli schemi e rifiuta i medesimi…potrebbe essere civile, erotico, meditativo. Invece è una sola cosa: semplice. Ma scrivere una poesia semplice e democratica è tremendamente difficile. Rare sono le voci poetiche maschili che abbiano e sappiano cantare la donna con tale intensità, ricerca, dono, rispetto, abbandono, bellezza. Per questo le poesie di Marcello Buttazzo piacciono, ma non sono “piacione”, perché creano un legame erotico tra parola, corpo, mente, mondo sociale e cosmico, fede laica e universale, nella sua profonda irreversibile singolarità.

Roberto Dall’Olio