di Marcello Buttazzo –

Ci sono anime bruciate per troppa luce
E quelle nascoste nell’ombra
Anime sepolte sotto la cenere
E quelle addormentate in una virgola.
Poi ci sono le anime veggenti
Che parlano di notte con gli spiriti bianchi
E i morti silenti che ti dormono accanto.
Ma le anime più belle e più pure
Sono le anime dei poeti
Sono le anime nere
Che seducono la vita con un respiro
E accarezzano il mondo in silenzio.
Le anime nere sono stelle bruciate
Che attraversano la vita
Quelle che per troppo amore
Si nutrono del dolore altrui
E sorridono silenziose nella notte
Regalandoci scintille di felicità.

Di Donato Di Poce è stato appena pubblicato da Eretica Edizioni il volume “Poesia/Eresia” (La sovversione non sospetta dei poeti eretici, outsider e underground). Donato Di Poce, Poeta, Critico d’Arte, Scrittore di Poesismi, Fotografo, Studioso del Rinascimento, Artista poliedrico, innovativo e ironico, dotato di grande umanità, e CreAttività, ha al suo attivo 43 libri pubblicati (tradotti anche in Inglese, Arabo, Rumeno, Esperanto e Spagnolo), 20 ebook e 40 libri d’arte Pulcinoelefante. Dal 1988 è teorico, promotore e collezionista di Taccuini d’Artista. Ha realizzato l’Archivio Internazionale di Taccuini d’Artista e Poetry Box di Donato Di Poce, progetto espositivo itinerante. “Poesia/Eresia” è un libro originale, appartiene ad un genere letterario non molto diffuso: il ritratto d’artista. L’Autore ci offre descrizioni di poeti e di artisti di grande valore (alcuni di essi viventi e in fervente attività creativa).

Balena in “Poesia/Eresia” la significativa umanità di Di Poce, che costruisce con empatia una galleria di persone e di intellettuali di riguardo, che hanno seminato embrioni di vita nel passato e brillano anche in questa contemporaneità letteraria. Già la dedica con cui s’apre il libro (“Al caro Amico Ulisse Casartelli, che fece della Poesia, Eresia e dell’Eresia, Poesia”) è un segno paradigmatico. Ulisse Casartelli è stato un grande poeta, che è scomparso all’improvviso, autore di versi cristallini, capace d’usare la scrittura come terapia del dolore, per farne strumento di catarsi e liberazione di accoglimento solidale del dolore altrui. Di Poce ci dona un ritratto vibratile e delicato di Ulisse, che ha traversato la follia con decoro, che s’è imbibito di fragilità. Un poeta, Ulisse, che reca nei suoi versi potenti il disincanto struggente di Alda Merini, il verso frammentato ed orfico di Campana, la visione surreale di Artaud, l’irriverenza linguistica ed esistenziale di Bukowski. “Poesia/Eresia” inizia con una stanza dedicata a Giordano Bruno, non solo filosofo, ma anche poeta, un poeta al rogo, che ha aperto la strada a certe operazioni letterarie e sperimentali di Leopardi, di Gadda, di Pasolini. In sequenza viene sottoposta alla nostra attenzione di lettori la parabola poetica di Artaud e la figura di uno dei più importanti intellettuali del Novecento, Pier Paolo Pasolini. E sappiamo quanta rilevanza letteraria abbia il poeta di Casarsa nella formazione di Donato Di Poce. Che, a un certo punto, scrive: “I libri e le letture di Pasolini sono state una delle mie costanti negli anni, e grazie anche ai consigli di Roberto Roversi che ci esortava a “leggere” Pasolini nella sua totalità ne ho scoperto di volta in volta aspetti e rifrazioni, sfaccettature e profondità, chiaroveggenze, contraddizioni e visioni”. Pier Paolo Paolini, l’ossimoro vivente e corsaro del nostro tempo, ha cercato “la verità e la vita negli opposti”. Di Poce tratteggia il Pasolini critico letterario, eretico e militante, un uomo caratterizzato da una “disperata vitalità”.

Di Poce è un poeta e un intellettuale che ama i giovani dotati di talenti. Molto intensa è l’intervista dell’Autore a Chiara Daino, giovane poetessa (o poeta, come preferisce lei), spirito struggente e visionario, innamorata di Carmelo Bene. Daino si fa “contaminare” di vari generi e culture (musicali, teatrali, poetiche). I versi di Daino sono storie di derive e approdi, di abbandoni e di invocazioni. A Chiara, Di Poce scrive la “Canzone per l’angelo felino”: “Sei un Angelo felino che zittisce e ferisce/Insani maschi divoratori e cannibali/E sai volare oltre gli orizzonti della scrittura/”. Del drammaturgo e poeta leccese Marco Vetrugno viene menzionata “Apologia di un perdente”, monologo teatrale, che è come un pezzo di lava incandescente, una pergamena cerimoniale in 7 atti. In “Poesia/Eresia” compare Francesco Saverio Dòdaro, poeta, poeta visivo, saggista, filosofo, teorico dell’arte e della letteratura, narratore, studioso del libro e delle sue forme, promotore e fulcro del Movimento di Arte Genetica. Il leccese Francesco Aprile, poeta visivo e sperimentatore dei linguaggi poetici, ci ha donato un ritratto esaustivo e colto del grande Francesco Saverio Dòdaro. Il libro “Poesia/Eresia” è denso nel linguaggio analitico di Di Poce, scorre come un racconto continuo, con tante camere aperte e accese, che non sono semplicemente una raccolta di saggi, ma un procedere di scritture atipiche, eretiche. E così fra le pagine possiamo incontrare Emilio Villa, “un Cosmonauta invisibile fra il primitivismo della poesia e il vuoto di co-appartenenza dell’Arte”, la vicenda umana ed editoriale commovente di Giuseppe Battaglia, i “Contrappunti Variabili” di Giorgio Moio. Un ritratto di sentito amore di Di Poce al grande Roberto Roversi, maestro di vita e di scrittura di Di Poce. Nella prefazione Marco Ercolani afferma che “un libro come “Poesia/Eresia assembla nomi diversi e di diverso peso letterario all’interno di una costellazione poetica che si oppone ai canoni della storia della letteratura e propone un approccio diverso al gesto eretico dell’artista outsider, non seguendo il metro della ricerca storiografica ma inventando improvvisazioni poetiche sul tema”. Di Poce redige versi delicati:

I poeti non devono insegnare nulla
Ma essere grondaie d’acqua poetica
Germogli d’inchiostro selvatico
Papaveri rossi sbocciati fra le zolle di solitudine
”.

Questa poesia è dedicata da Di Poce all’artista e poeta Sergio Carlacchiani, il cui libro “Indiscrezioni dal fortilizio” colpisce per grazia. L’”Umiltà degli scarti”di Nicola Manicardi è il canto accorato d’un poeta votato all’ascolto, al dialogo, che sa restare plurale con le parole nelle vene del giorno. In “Poesia/Eresia” uno spazio consistente è riservato alla poetica di Nicola Vacca, intellettuale, critico letterario, poeta di assoluto valore. Un pensatore che sa porgere sempre una parola rinnovata, senza alcun imbellettamento. Vacca sa piangere sulla tomba di Cioran, l’amato Cioran. Il libro si chiude con una stanza su Alda Merini, la meravigliosa poetessa dei Navigli, artefice d’una poesia spirituale e al contempo carnale, complessa e sorgiva. Per Alda, Donato scrive versi leggiadri:

Guardo l’ombra che sale
Tra le vertigini del nulla
Mentre i muri diventano gabbie
Che catturano i sogni dei poeti
”.

“Poesia/Eresia” è un’opera affascinante, in cui scorre tutta la passione di Di Poce per la vita, per la scrittura, per la libertà di pensiero.

Marcello Buttazzo